Saluto della direttrice dell’Istituto suor Maria Trigila
«Sfogliando le pagine della cronaca della casa mi piacerebbe raccontarla con lo sguardo del fotografo: registrare il reale e dare realtà ai sogni. Alcune pagine registrano, in particolare, il reale e sono traccia visibile che la Madonna Ausiliatrice ci ha volute proprio qui insieme a voi ed in dialogo con i laici e le laiche.
24 maggio 1920. Leggiamo nella cronaca “S’inaugura la grotta, con intervento di tutti quelli che con generosa offerta contribuiscono a costruirla, e di molte persone invitate per la circostanza. Madrina è l’illustrissima Baronessa D’Agata. S’incomincia la commovente festicciola che si fa all’aperto con poesie, componimenti alternati da canti e da suoni. A metà Accademia il signor Ispettore benedice la grotta. Si chiude il tutto con la preghiera di Dante alla Vergine musicata dal Verdi.
1942-43. Dopo i bombardamenti del 16 aprile le suore in gran numero sciamano… Tutte partono con le lacrime agli occhi e non vorrebbero lasciare la casa bella e grande, la insuperabile Cappella, temendo che i bombardamenti ne facciano un mucchio di macerie. Le ultime rimaste, quella trentina di suore che poi fuggirà fino all’annunzio dello stato d’assedio, custodisce la casa con amore e cura. Si applicano alle imposte immagini raffiguranti la Serva di Dio: madre Morano. Quella che si consumò nelle fatiche per l’inizio della Casa, e si mettono nei terrazzi medaglie della madonna. Quando le ultime suore partono, dopo aver consumato tutte le sacre particole in quella indimenticabile giornata del 9 luglio 1943 la casa resta muta e solitaria, come in attesa. Un mese o poco più di solitudine. La madonna e Madre Morano hanno vegliato con prodigiosa benevolenza!. La Chiesa è intatta, pronta alle nuove cerimonie e la madonna è la che saluta le sue figlie in ritorno».
Mi sembra di leggere quanto stiamo vivendo questa sera, nella Memoria di Madre Morano, prima in Chiesa, e adesso qui in questo teatro le cui espressioni artistiche hanno coinvolto la nostra mente ed il nostro cuore facendoci fare un viaggio nella profondità del nostro essere. E come dice il critico musicale Alessandro Baricco: la musica è l’armonia dell’anima. In questo momento vorrei riassumere ed esprimere i molti pensieri e sentimenti che affollano la mia mente e il cuore con due parole. La prima è “Grazie” e la seconda “Eccomi”.
Grazie alla Presidente, alla delegata ed alle exallieve per la grande simpatia e fiducia nei nostri confronti. Ma voi percepite anche la nostra che si fa grazie per la fedeltà, generosità e perseveranza, nell’aver vissuto questi primi 100 anni di passione educativa dove avete segnato il passo di molte generazioni. Continuate. Grazie alle exallieve artiste che ci hanno fatto gratuitamente dono del variegato mondo della cultura. Questa sera abbiamo respirato competenza e professionalità condivisa con noi perché quello che ci unisce è la passione per i giovani. E grazie alla Commissione organizzatrice, coordinata dalla presidente Vittoria Fortuna e dalla delegata suor Maria Conti. Credo che il loro segreto obiettivo fosse quello di consegnare segnali di stile di condivisione, coinvolgimento e di comunione. Ed è proprio così. Ed, infine, Grazie al presentatore Andrea che ha condotto con eleganza e simpatia la serata. E grazie a Stefania che alla fine del concerto prolungherà con un aperitivo, nella zona adiacente al salone, il gusto dolce e delicato di questo evento.
E la seconda parola “Eccomi”. Di essa risuona ogni pagina della Sacra Scrittura. È «l’Eccomi» alla vita, alla vita cristiana, alla vita salesiana. È l’eccomi che realizza il progetto della salvezza per ogni persona. Pure noi la pronunciamo oggi. E vorremmo farlo con sincerità e convinzione profonda, con la stessa fede di Abramo, “nostro padre nella fede” e di Maria, l’umile serva del Signore, con la consapevolezza di chi confida più sulla grazia di Dio, come hanno fatto le suore della prima ora e le exallieve, che sulle nostre fragili forze. Eccoci, dunque, qui le Figlie di Maria Ausiliatrice di questa comunità religiosa che insieme alla chiesa locale, alla comunità educante, alla famiglia salesiana ed alle associazioni del tempo libero, alle parrocchie in cui prestiamo servizio per continuare ad assumere quel compito che ancora oggi dice a ciascuno e a ciascuna una parolina all’orecchio: la Madonna è qui in questa casa. É qui e passeggia in mezzo a noi. Grazie».