A cura dei ragazzi di IV Liceo
Nell’antica Roma, il poeta Ovidio formulò un mito, teso a raffigurare un difetto tipico dell’uomo: la storia di Narciso, un giovane di bellezza straordinaria, il quale si innamorò perdutamente del proprio riflesso, rimanendo a contemplare se stesso.
Freud, il padre della psicanalisi, ha poi rielaborato il mito di Narciso e ha tratto da suo nome un difetto di personalità umana, oggi più che mai presente, il narcisismo.
Il passo dalla normalità al disturbo è davvero breve.
Oggi, per moltissimi ragazzi, il modo migliore per farsi vedere è postare la propria foto, il selfie, su un social network.
Ce ne sono di tutti i tipi: dai più spericolati ai più strani e dissacranti.
Per molti, i selfie sono la prova all’ennesima potenza del narcisismo dilagante. Per altri sono solo un modo divertente e moderno per cogliere l’attimo e condividerlo sul web, in tempo reale, meglio di una telefonata o un SMS.
Una moda, quindi, e un simbolo della globalizzazione che ha invaso tutto il mondo.
Non è difficile fare un autoscatto e postarlo in cerca di apprezzamenti e complimenti dalla rete, per sentirsi speciali.
“Si parla di circa un milione di autoscatti al giorno che bombardano, silenti, tutto il globo” (Focus).
Certo, il selfie può essere un modo per divertirsi, per comunicare, ma bisogna stare attenti a non farsi manipolare dalla vita sui social, a non rifugiarsi in una vita che non sia quella vera, dimenticando di “vivere” il momento che è più importante che farlo sapere agli altri.
A volte,animati dall’ossessione del successo, del profitto,del consumismo, siamo sempre più portati a nascondere i nostri sentimenti, privilegiando l’apparire agli occhi degli altri, attraverso un selfie che ci ritrae con un personaggio famoso o semplicemente mentre mangiamo un gelato; il desiderio è solo quello di diventare protagonisti di una realtà patinata che esalta il nostro individualismo e sfiora l’indifferenza umana, perché la virtualità tende sempre più a sostituirsi alla realtà riducendo le occasioni di socialità.
In realtà,quando l’interesse individuale diventa il movente dell’agire di ciascuno, quando i valori dell’amicizia, dell’amore, della fede e della dignità soccombono alla mania dell’apparenza,l’uomo perde la sua essenza. Occorre dunque non concentrarsi solo su se stessi, trovare il senso della misura e investire di più nella socialità.