Saluto di suor Maria Trigila, direttrice da quest’anno dell’opera.
È un vero piacere iniziare con voi quest’anno scolastico. E ciò mi riempie di commozione perché anch’io, sono stata, come voi, allieva di questo istituto tanto amato da questa città.
Insieme ai docenti di ogni ordine e grado abbiamo riflettuto su un dono simbolico da consegnarvi ed abbiamo pensato ad una penna colorata.
Sono tre gli elementi che, secondo me, articolano il significato della penna.
Una penna s’impugna con eleganza: la penna potrebbe essere il simbolo della nostra vita che va afferrata con eleganza. Questo gesto dipende solo da noi perché la nostra vita possa essere nel nostro quotidiano un segnale di stile. In tal modo il fluire degli eventi diventano momenti di crescita umana e cristiana.
Con la penna si scrive: la nostra vita scrive il quotidiano dell’esistenza e lo scrive vivendo, mettendo a nudo i diversi approcci alla vita, le più disparate motivazioni per giungere a quelle scelte che danno dignità alla vita.
Si scrive con l’inchiostro: È l’inchiostro che svela chi siamo. Ma è la tonalità dell’inchiostro che manifesta la profondità e la coerenza con cui esprimiamo il significato della vita.
L’augurio che porgo a ciascuno di voi è allora di scrivere i vostri pensieri a colori con l’inchiostro nero indelebile per fissare l’entusiasmo di una vita piena di significato che oggi siete chiamati a comporre.
Ma non può mancare un breve augurio ai genitori: pensate sempre che la missione educativa è il vostro cuore.
E non ho dimenticato i docenti: ciò che è essenziale per questi “figli” che partoriamo con l’educazione è agire con cuore di educatori ed educatrici che si abilitano alla competenza relazionale ponendosi in ascolto attivo a loro servizio.
Concludo con un augurio per tutti. Un augurio che riecheggia le parole del filosofo Kierkegaard: «Se potessi augurare qualcosa non vorrei né ricchezza né potere ma la passione del possibile: vorrei soltanto un occhio che, eternamente giovane, brillasse eternamente dal desiderio di vedere il possibile».
Grazie perché siete qui noi e Grazie perché credete, come noi, che l’educazione è cosa di cuore.